La scomparsa di Gianfranco Belfiore

Aforisticamente, il libro della sua vita e della sua arte

di Gigi Montonato

Mi aveva detto, qualche tempo fa, di un piccolo problema. Non ci feci caso, pensai si trattasse di cosa di poco conto. Era sempre così positivo Gianfranco Belfiore. Invece quel “piccolo” problema se l’è portato via per sempre, la notte tra il 21 e il 22 aprile. Aveva 77 anni. Avrebbe voluto pubblicare un ultimo suo lavoro, una raccolta delle sue tavole in dieci temi, a cui aveva dato il nome “Aforisticamente”. Voleva essere una sorta di summa della sua visione della vita, raccontata in punta di matita e di penna, gioiosamente a colori. Ma quel titolo può essere benissimo messo in testa alla sua opera complessiva di artista, poiché lo spirito con cui Belfiore realizzava i suoi disegni era lo stesso, quello appunto aforistico, ironico, festante, in rappresentazione dell’uomo in tutte le sue molteplici declinazioni di vita.

Nei trascorsi di Belfiore ci sono state esperienze professionali importanti e successi di livello nazionale. Nel 1985 creò la mascotte e il manifesto dei Mondiali di Ciclismo che si svolsero in Veneto. Realizzò manifesti per gli elettrodomestici Ariston, per i mobili Merloni, per i negozi Sony in Italia. È stato disegnatore satirico, progettista, arredatore, grafico e insegnante. Caricature e vignette lo hanno reso popolare. “La mia – diceva – è la visione ironica della vita, non la chiamerei neppure satira, un modo di vedere il mondo con gusto e disincanto”. In lui non c’era indignazione, che in genere produce rabbia e risentimento, ma divertita comprensione dei vizi umani denunciati dal graffio beffardo dell’artista.

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