Manco p’a capa 194. Giocando coi bambini

di Ferdinando Boero

Sono stato invitato a un tavolo di discussione alla fiera del libro per bambini (Children’s Book Fair) di Bologna. La fiera era stracolma di persone e mi sentii come al mercato notturno di Jayapura, quando capii di essere l’unico bianco in circolazione. Alla fiera ero quasi l’unico maschio. C’erano solo donne. Allegre, entusiaste, con grande voglia di interagire. Nessun bambino (anche se la fiera è per i libri dedicati a loro) ma questo è comprensibile, si parlava di strategie didattiche, editoriali, comunicative e artistiche. Non c’era un sovrapprezzo per i maschi, come si faceva un tempo nelle balere, dove le femmine entravano gratis per fare da esca a maschi paganti. La mia spiegazione è che ai maschi non frega quasi niente dei bambini. Una tragedia, perché i maschi sono meno protettivi e, se ne hanno voglia, propongono giochi apparentemente pericolosi che le femmine-madri trovano disdicevoli. Nelle favole l’avventura comincia solo se la madre è assente, fateci caso. I bambini si divertono molto con me, a fare giochi pericolosi. Tornano con le ginocchia sanguinanti e ne vanno fieri, comparano le ferite. Oh, non gioco coi bambini perché penso sia giusto, lo faccio perché mi diverto.

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