Pandemia: come rivedere il nostro modello di sviluppo

di Guglielmo Forges Davanzati

La pandemia in corso ha messo in evidenza alcune contraddizioni del modello di sviluppo che si è determinato nel corso degli ultimi decenni, con particolare riferimento al caso italiano. Ci si riferisce, più in dettaglio, al fatto che l’Italia ha scommesso su un modello di crescita trainato dalle esportazioni e dunque fortemente dipendente dalla domanda estera e anche dall’andamento delle diseguaglianze su scala globale. Ciò a ragione del fatto che i nostri prodotti esportati sono prevalentemente collocati in settori tecnologicamente maturi – la filiera agroalimentare e i beni di lusso – e che la loro vendita all’estero si rende possibile laddove esista un nucleo significativamente elevato di famiglie con redditi molto alti.

La pandemia si è associata, per contro, a fenomeni di de-globalizzazione, con guerre commerciali palesi soprattutto fra Cina e Stati Uniti. Ha fatto molto discutere, a riguardo, la ripresa del tema della guerra fredda che sembrava relegato a un’altra epoca storica. Non si tratta della guerra fredda così come l’abbiamo conosciuta, ma di una guerra giocata a colpi di dazi. E’ una forma di neo-mercantilismo che si manifesta attraverso l’imposizione di dazi sulle importazioni e che genera un crollo della domanda globale, che ovviamente si traduce in minori esportazioni anche italiane: – 40% ad aprile 2020 rispetto all’anno precedente, su fonte ISTAT.   

L’economia italiana arriva alla pandemia del coronavirus già in recessione e soprattutto in una traiettoria di declino che data almeno dalla svolta dei primi anni novanta.

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