Lecce, la silenziosa. Come piaceva a Ercole Ugo D’Andrea

All’ombra di Santa Croce riposerà i piedi stanchi, cercando di allontanarsi quel tanto che basta per poterla mirare nella sua interezza, con la testa piegata indietro nel tentativo di scorgere anche il punto più alto della sua facciata barocca.

Lecce con le sue scorciatoie, le sue feritoie, le sue fontane, i suoi vasi nelle terrazze, resterà impressa nei pensieri del viaggiatore, che sarà ormai lontano quando la gente tornerà per strada, e l’avrà vista come nessuno l’ha mai vista quando torneranno ad affollarsi le piazze, quando si tornerà a prendere il caffè al bar, quando riprenderanno i giri in bicicletta e si potrà stare come gatti assonnati nel sole sugli scalini di pietra di fronte a piazza Sant’Oronzo.

Nessuno l’avrà vista come l’ha vista lui. Se si vuole, però, la si può immaginare.

[Leccenews24, 26 aprile 2020]

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