Piazza Italia 1. Fattore Italia

Maggioranze possibili, maggioranze impossibili, maggioranze variabili e maggioranze futuribili, maggioranze di minoranza e minoranze di maggioranza. Sergio “allegria” Mattarella dovrà pattinare sul ghiaccio come Ondrej Hotarek per venirne a capo, sciare fra le piste meglio di Alberto Tomba per dare a questo Paese una alternativa di governo, uno scarabocchio di maggioranza, uno straccio di legislatura. Come detto, nessuno ha i numeri per governare, né la coalizione di Centro-Destra, né il Movimento Cinque stelle. Lo sparring partner si chiama PD, il quale però ne ha già prese tante dall’elettorato che come un pugile suonato ha afferrato le corde e non ha nessuna voglia di continuare a prenderne. Per sommo paradosso allora, con il partito renziano fuori dai giochi, Five Stars e Lumbard dovrebbero governare insieme. Ma si sa che Lega e Grillini non potranno farlo, se non a costo di neutralizzarsi reciprocamente come Eteocle e Polinice sotto le mura di Tebe.  Perderebbero tutto il loro potenziale e la loro carica sovversiva, e il loro sarebbe il bacio della morte, una reciproca carneficina di Liegnitz, come quando si scontrano due mali di pari portata, in una ecatombe finale, deleteria per il Paese.  E siccome nessuno dei due vuole restare con la pistola fumante in mano, entrambi tentano di scongiurare questo mezzogiorno (e mezzo) di fuoco. Avrà dunque la meglio chi sarà più abile nell’arte della simulazione e nel gioco del compromesso. Sia Matteo “for president” Salvini che Giggino Di Maio dovranno dimostrare di tenere mucho a governare, di essere in sommo grado preoccupati per le sorti del Paese, di tentarle tutte, ma in realtà fare la mossa, se non ammuina, sotto sotto tramare per evitare una simile congiuntura. Sic stantibus rebus, nella constatata impossibilità di formare un governo, Mattarella non potrebbe che dare l’incarico a qualcun altro, comporre un “governissimo” con tutti dentro. L’incarico di Premier dovrebbe andare non ad un esponente della Lega né ad uno dei Cinque Stelle, allora, ma ad una personalità esterna, più o meno super partes. A chi darebbe allora l’incarico, brizzolo Mattarella? Magari a Claudio Baglioni (vero trionfatore del Festival di Sanremo 2018, dati i disastrosi risultati di vendita dei dischi del festival) che ha appena pubblicato un album proprio intitolato “Al centro”. Il brizzolo presidenziale potrebbe affidare un incarico esplorativo al brizzolo canzonettaro. Quest’ultimo, coadiuvato dalla giuria di qualità (composta da Mara Maionchi, Albano, Massimo Cacciari, Sferaebbasta, Pierluigi Pardo e Klaus Davi), inizierebbe gli audits delle varie forze politiche, affidando infine l’incarico di formare la maggioranza di governo a quelle ritenute più talentuose, in possesso dell’ “I Factor” (Fattore Italia). Dico Claudio Baglioni, per indicare una personalità italiana altamente rappresentativa e riconosciuta, ma naturalmente i nomi sono tanti. Potrei citare Mario Adinolfi, leader del Popolo della famiglia, o in alternativa il Crociato di “Avanti un altro”. Se poi anche il Claudio nazionale fallisse, Sergione Mattarella avrebbe un’altra chance, prima di sciogliere le Camere e tornare al voto. Cioè comporre un comitato di 5 saggi a cui affidare il compito di varare una nuova legge elettorale, condurre l’ordinaria amministrazione e traghettare a nuove elezioni. Il comitato potrebbe essere formato da Vittorio Sgarbi, Cruciani e Parenzo, che valgono per uno, Pierluigi Zingales, lo stesso Adinolfi e Floriana del Grande Fratello. Se quest’ultima possibilità naufragasse, a “Mato Matto” Mattarella non resterebbe che gettare la spugna.  Ma anche nel caso di un governissimo, le chances di stabilità sono remote.  Sicché Pentastellati e Leghisti si crogiolerebbero per i danni arrecati da un siffatto ircocervo e attenderebbero che lo sfinito Sergione metta fine alla legislatura. A quel punto, nella ventura di nuove elezioni, entrambi sono convinti di raddoppiare i consensi. Ecco perché Salvini continua a giurare fedeltà alla sua coalizione di centro-destra: non può certo perdere quel prezioso sostegno di Forza Italia e Fratelli d’Italia che sarebbero puntelli per il suo successo. Allo stesso modo, il Movimento Cinque Stelle continua a sbandierare la propria alterità, a dichiararsi fiero delle proprie millantate mondizia, incorruttibilità, autarchia.  Stay tuned, staremo a vedere.

Marzo 2018

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