Piazza Italia 4. “In fuga van l’ombre e le sembianze dei dilettosi inganni”

Allora mi è tornata in mente la canzone L’amicizia che egli compose negli anni Settanta. Succede sempre così, una parola per caso, un verso, una frase, e ti ritornano in mente un buscherio di cose, una suggestione e ti sovviene un episodio del tuo passato che avevi dimenticato o una persona, una voce perduta.  Andando a cercare delle informazioni in rete, ho appreso che Pagani morì nel 1988 giovanissimo, per via di un brutto male. Ebreo, ebbe grande successo oltre che in Italia, anche in Germania e in Francia. Fu autore di canzoni impegnate e album apprezzati dalla critica musicale come Amicizia, del 1969, Il Megalopolis, di stampo progressive, del 1973, e Palcoscenico del 1976.  “Quasi sempre i suoi brani sono caratterizzati da una precisa ispirazione psicologica e introspettiva, in perfetta continuità e coerenza con la tradizione neorealista francese della quale Pagani è stato, a detta dei critici, in Italia, uno degli interpreti e uno dei divulgatori più raffinati, colti e sensibili” (Wikipedia). Ecologista e pacifista, fu anche deejay e in seguito pittore e scultore. Morì a Palm Beach in Florida dove si trovava per una mostra ma fu portato in Israele per i funerali. Peccato. Avrebbe certamente dato ancora molto alla musica e all’arte.

Che strani i percorsi che portano la memoria a sfarfallare fra passato e presente, e un giorno qualunque, un gesto usato, consueto, ti riporta a panorami lontani, paesaggi esotici, il solito posto che frequenti, ad immagini sfocate che ritornano vive nella mente, scarabattole di emozioni, mode, interessi, viaggi, letture, musiche, percorsi, da tanto lasciati. Erano gli opulenti anni Ottanta, gli anni dell’edonismo reaganiano, della new age, della musica disco, dei villaggi vacanza, tanto che Gianni Agnelli entrò nel capitale del Mediterranee con una significativa quota societaria: erano gli anni di lustrini e paillettes, gli anni in cui il Berlusca lanciava le sue televisioni private e il lavoro ancora fiorente spingeva i consumi e il divertimento. Ora il benessere e il lavoro hanno abbandonato il nostro Paese, i viaggi diventano miraggi, mio padre è invecchiato e non ha più niente da festeggiare, la Medierranee, creata nel lontano 1950, la prima catena di villaggi vacanze della storia, non è più francese ma è stata acquistata dai cinesi, e anche l’italiana Valtur, è notizia di questi giorni, è in concordato preventivo, praticamente fallita. Che tristezza.

Marzo 2018

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