Don Tonino Bello e Ruffano

di Paolo Vincenti

Era grande l’attesa nel Salento per la visita del Pontefice Francesco I, e non è stata delusa. Il Santo Padre, nella mattinata del 20 aprile 2018, è arrivato ad Alessano e poi a Molfetta per rendere omaggio alla memoria del Vescovo Don Tonino Bello che nel comune del Capo di Leuca è nato e cresciuto e nella città barese ha svolto il suo magistero vescovile. Straordinaria è stata la partecipazione del pubblico: circa 23.000 fedeli ad Alessano e più di 40.000 a Molfetta.  “Salento arca di pace” ha titolato il “Quotidiano di Puglia” del 21 aprile 2018, riportando l’abbraccio del popolo salentino al Papa Bergoglio nel segno di “Don Tonino, il profeta di speranza inviato tra noi da Dio”[1].  Il Papa ha pregato sulla tomba di Bello, “il pastore degli ultimi”, nato nel 1935 e morto nel 1993. Don Tonino, fautore di quella “Chiesa del grembiule” secondo una sua famosa definizione, sebbene il Vaticano non abbia ancora avviato la causa di beatificazione, è già percepito come un santo dal popolo pugliese che nell’amore per il Vescovo di Molfetta si riconosce e si identifica.  Il servizio di Don Tonino, incarnato negli ambiti pastorali in cui venne chiamato ma anche nella vita di tutti i giorni, nel suo incessante apostolato a favore dei poveri e degli emarginati, trova la più emblematica dimostrazione nel seguito che Bello ha saputo creare non tanto nelle alte gerarchie quanto soprattutto nei semplici, nel vasto popolo della gente comune, accanto alla quale egli, provenendo da una umile famiglia di Alessano, era nato e cresciuto. Molto toccante è stato il discorso del Papa, riportato integralmente dai mezzi di informazione locali.

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