Dante nel 700° della morte

Le sue certezze sono la nostra identità

di Gigi Montonato

Dante Alighieri (1265-1321) lo ricordiamo quest’anno nel 700° anniversario della morte, che avvenne a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre, probabilmente per aver contratto la malaria. Era di ritorno da Venezia, da una missione compiuta per Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna. Proprio in previsione dell’importante evento, il giornalista e scrittore Paolo Di Stefano lanciò dalle colonne del “Corriere della Sera”, il 18 giugno 2017, l’idea di istituire una giornata ogni anno per ricordare il Sommo Poeta. Fu un coro di entusiastiche condivisioni e col linguista Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, si convenne sul nome nell’espressione italianissima Dantedì, evocativa in assonanza dei giorni della settimana e “del bel paese là dove ‘l sì suona”. Gli studiosi hanno individuato la data del 25 marzo di ogni anno per celebrarlo perché fu proprio in quel giorno del 1300, secondo alcuni, che, nella fiction della Commedia, ebbe inizio il viaggio del Poeta nei tre regni dell’oltretomba. Il governo successivamente, su proposta del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ha ratificato, inserendola nel calendario delle civiche celebrazioni. 

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