Manco p’a capa 104. Piero Angela e l’alfabetizzazione scientifica dell’Italia

di Ferdinando Boero

Ho avuto il privilegio incontrare Piero Angela in varie occasioni e di essere stato suo ospite. Una cosa mi impressionò quando mi recai a Saxa Rubra: Angela passò molto tempo con me, prima della trasmissione, anche se non ero un noto personaggio. Mi colpì la sua umiltà: era un ascoltatore. Non pretendeva di sapere già tutto, anzi: fingeva di non sapere niente. Mettersi nei panni di chi guarda e pretendere che tutto sia comprensibile anche a “analfabeti scientifici” era il suo modo di operare. Questo gli ha valso rispetto e stima sia nel pubblico sia nella comunità scientifica che affidava a lui i propri messaggi.
Sono stato amico di un suo storico ospite: l’etologo Danilo Mainardi, lui sì un noto personaggio. Avevano dato vita al Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, assieme ad altri protagonisti del panorama culturale italiano come Margherita Hack, Umberto Veronesi, Rita Levi Montalcini, Umberto Eco. Mainardi condivideva con Angela la dote della semplicità.
Ma non tutto è semplice nella scienza e, purtroppo, la modalità televisiva impone la selezione degli argomenti. Mainardi era uno zoologo e parlava soprattutto di vertebrati. Una volta, a cena a casa sua, a Venezia, parlammo dei copepodi… gli animali più importanti del mondo in termini di ruolo ecologico, e totalmente sconosciuti ai più. Che vuoi, mi disse, le regole televisive impongono che si parli di peli (i mammiferi), sangue e sesso. Se provo a parlare di qualcosa di differente mi dicono che i telespettatori cambiano canale.

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