Itali-e-ni 42. Renzianerie

di Paolo Vincenti

SI’, NO, NON SO… COMUNQUE CI PENSO

“Sì o no, sì o no

o noooooo

Ne morirei…

Sì o no, sì o no

O noooooo

Dimmi che mi vuoi…”

( “Sì o no” – Fiorello)

Sulla riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum il 4 dicembre 2016 si è detto ormai tanto. L’Italia si è spaccata in due, fra il fronte del sì e quello del no. La riforma Renzi-Boschi presenta tante zone d’ombra, punti positivi e punti negativi, che però non si bilanciano, come i numeri del sì e del no che danno i sondaggisti. Più che positivo ritengo il nuovo rapporto fra Stato e Regioni che verrebbe fuori dalla Riforma, con un deciso accentramento di poteri a favore dello Stato. Verrebbe quasi del tutto cancellata l’improvvida riforma costituzionale scritta nel 2001, in senso federalista, dal Governo Berlusconi ostaggio della Lega Nord. Si supererebbero i conflitti di attribuzione fra Stato e Regioni nella materia legislativa. Ritengo infatti necessario che alcune materie, come il commercio con l’estero, la tutela e la sicurezza sul lavoro, la produzione, il trasporto e la distribuzione dell’energia, ma anche infrastrutture come porti, reti ferroviarie, aeroporti, siano di esclusiva competenza dello Stato. Uno Stato centralizzato è più forte ed è un punto di riferimento certo, più stabile, per quanti operano nel mondo dell’imprenditoria, delle professioni, del lavoro in genere. Ottima credo che sia l’abolizione delle Provincie. Le loro attribuzioni saranno spartite fra i comuni e le città metropolitane. Ma il depotenziamento delle Regioni e il taglio delle provincie sono punti abbastanza contestati.

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