L’isola e il leone (terza puntata)

di Augusto Benemeglio

Capitolo 11°

Il re-pescatore

“Io sono la madre di cento dinastie di uomini di mare”, – disse la donna delle rocce-   Tu non tornerai più alla tua nave.

“Il tuo mondo è questo, ormai, dove il vento gira più in fretta, tu sei il cavalcatore dei mari, il cacciatore dei venti. Tu sei il re-pescatore”, disse Marien.

“Viva il re pescatore”, dissero le figlie del mare.

“Viva il re-pescatore!”, dissero l’uomo dalle tre aste e il commerciante cieco.

L’uomo dalla memoria ferita voleva fuggire, salire nell’aria con una scala di luce, là dove uomini invisibili fabbricavano frecce di sole. D’intorno era tutta roccia, dove non si poteva sostare, né restare, né fuggire.

“Sulla roccia non fioriscono mandorli, né rimangono gli uccelli. Tutto è secco e sterile”, pensò Giacomo Marcello, e aumentava il suo desiderio di fuggire.

“Tu sei il bambino che mi cantò sul seno, tu hai bevuto il sangue del sole che raccolgo ad ogni tramonto

“Hai la stessa bocca triste e i grandi occhi d’un tempo”, disse la donna delle rocce.

“ Ora ti ho ritrovato, torneranno a danzare di gioia i cavalli bai, rinasceranno le piante e i fiori. E dalle rocce sterili nasceranno nuovi bambini e ciascuno mi porterà un mazzetto di giacinti. E anch’io tornerò la ragazza dei giacinti, come un tempo…”.

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