Manco p’a capa 43. Ci vorrebbe un partito verde, ma…

di Ferdinando Boero

Nessun partito italiano con un minimo di seguito mette l’ambiente in primo piano. Non c’è un partito verde, nel nostro paese. Il New Green Deal e la transizione ecologica sono obiettivi strategici perché molti paesi hanno espresso rappresentanti sensibili ai problemi ambientali. Noi no. Noi stiamo facendo la transizione ecologica senza l’ecologia, confidando esclusivamente nelle tecnologie, senza investire in conoscenza e salvaguardia dell’ambiente, se non indirettamente. Nelle linee guida europee la biodiversità e gli ecosistemi sono trasversali a tutte le misure, nelle nostre proposte … non ci sono. Il che espone il nostro piano a rischio di bocciatura.

D’altronde i rappresentanti che abbiamo votato fanno le scelte, e se non hanno sensibilità e competenza in campo ambientale, è ovvio che il risultato sia questo: si fa la transizione ecologica senza l’ecologia (ogni tanto lo ripeto, perché pare che nessuno si accorga dell’assurdità di questa scelta). Le persone sensibili e competenti in questioni ambientali non vengono coinvolte perché in Italia non ci sono partiti influenti che abbiano l’ambiente come priorità strategica. Come avviene in molti paesi che in Europa contano. In USA, Biden ha richiamato Jane Lubchenco, un’esperta di biodiversità ed ecosistemi, a guidare la politica ambientale degli Stati Uniti. L’aveva chiamata anche Obama, ma Trump preferì altre competenze, che consigliavano di estrarre petrolio dal mare dell’Alaska.

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