Nelle capitali delle proprie geografie. Su «Catumerèa. Versi multilingui a sud del sud» di Leo Luceri

di Anna Rita Merico

Versi multilingui, questi di Leo Luceri, Catumerèa, Musicaos Editore, 2022.

Perché multilingue può essere il dialogo e il sentire di un pensiero. Il testo di Leo Luceri ci dice di un pensiero situato in luoghi che sono viandanza dell’anima, dello stare, dell’esistere.

Ogni lingua una culla. Ogni lingua un passo. Ogni lingua un ritmo di pensiero. Ogni lingua un antidoto allo spaesamento, al perdersi. Ogni lingua rostro allo stare nel radicamento mai definitivo. Il testo di Luceri ci porta in una dimensione precisa della contemporaneità. È IO che parla con i cento occhi scrutando orizzonti larghi, vene altre dell’essere. È IO sulla spiaggia di una partenza. È IO che narra. È IO che tira filo e tesse rientro con consapevolezza nuova. Cento occhi, cento luoghi, cento idiomi, cento abiti, cento pelli.

È la contemporaneità che trasuda forme di radicamento attraverso cui il soggetto può farsi-dirsi. È elaborazione di dislocazione che delinea confini nuovi e ri-disegna il dentro e il fuori da e in una cultura. È elaborazione di dislocazione rizomatica che indica la risata dell’esser-ci nella molteplicità delle piazze, dei volti. E’ libertà di sedimento.

La poesia di Luceri nomina radice e indica l’oltre. E’ poesia che nomina utero di luogo, di lingua e di Padri. È poesia che legge presenze anche nelle assenze perché è poesia in dialogo interiore con l’altra/o. E’ poesia che si colloca nel palcoscenico delle presenze minute che segnano il tempo: E’ poesia che si colloca nel palcoscenico dei passaggi andati che indicano le orme di chi ha preceduto.

Oltrecanone in scrittura attiene a tutti quegli inediti modi di rappresentarsi che, in ambito letterario, mostrano scrittori e poeti contemporanei per dire di sé volendo, però, restare al di fuori della rappresentazione storica della soggettività data nel corso dei secoli, in Occidente.

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