Andrea Donaera, I vivi. Un tremore: sollecitazione per una riflessione

di Anna Rita Merico

Bernard Noel, poeta francese, nel Poema dei morti (Book Editore, 2020) è in interrogazioni sul mistero vita-morte. Nell’opera di Noel, il vivente affianca la morte. Vita-Morte, per Noel,  sono in quell’annientamento ri-sorgivo cui ci fa assistere l’alternanza ciclica del tempo. Le ragioni oltremodo egoistiche della vita e della morte rappresentano, nella poetica del Poeta francese, attività feroci e feconde. Entrambe concorrono a tessere un infinito in cui trasmissione e sopravvivenza si interfacciano. Il decadimento della materia vivente fa porre a Noel molta attenzione sulla violenza che distrugge nonostante, oggi, la dimensione della morte sia sollecitata da avanzamenti scientifici in campo medico. Avanzamenti che hanno mutato orizzonti e approcci al tema: la tecnica ribalta il movimento del fondo ritmo vita-morte alterando senso e percezione di entrambe.

L’interessante ed attualissima traccia di indagine poetica di Noel rappresenta un mutamento di approccio sia sul piano di quell’ heideggeriano essere per la morte  che all’interno del piano dell’indagine sulla Natura. Un petalo che cade, una foglia che cangia cromatismo prima di staccarsi dal ramo, una nebbia che svanisce liberando luce, un frutto narrato nel suo divenire rancido o un ragno che cattura una mosca nella sua ragnatela… è un interloquire con la morte lì dove la parola poetica si rivolge a questi dinamismi della natura ma, anche, degli esseri viventi tutti: uomo e storia e organizzazione sociale compresa. Nella poetica di Bernard Noel l’ondivago passaggio tra i due stati, mette in relazione uno sguardo attivo su ogni aspetto della vita umana. Il linguaggio poetico si mostra nell’essere linguaggio di connessione, per suo intimo senso.

La lettura di I vivi. Un tremore (Fallone Editore, collana Il Leone alato, 2022, pp. 28), mi colloca in un punto di vista che tiene raccordi. La morte, entrata nella riflessione di molta poetica contemporanea o perché seduta sulla sponda dei vuoti, delle perdite o perché connessa alle visioni di dissoluzione-connessione all’intero pulsare del vivente o, ancora, di oltrepassamento dell’antropologia. Ne I vivi. Un tremore, la morte predilige rammemorazione di sé e dei vivi. E’, questa, una collocazione molto attuale all’interno dell’attuale riflessione in poetica.

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