Scritti scolastici e sociali – Anno 2010

di Antonio Errico


I ragazzi intrappolati nella Rete

Hanno lo sguardo perso nella lontananza di un universo in cui forse c’è tutto, in cui forse c’è nulla, incantati da un prodigio virtuale che li proietta in uno spazio sconfinato, in un tempo indefinito, mentre invece sono lì, nella loro cameretta, davanti allo schermo di un computer, dentro pomeriggi che non hanno stagioni. Soli. Sono quelli che chiamano esseri digitali, nativi digitali. Digito ergo sum. Creature di un’epoca che ha mutato radicalmente l’antropologia, le modalità di pensiero, la logica, gli strumenti del conoscere, i sistemi di riferimento, le forme di relazione sociale, le modalità di apprendimento, i significati di informazione e di cultura.  Cercano gli amici su Facebook. Chattano con gente conosciuta e sconosciuta, talvolta domandando consigli ad entità senza volto. Navigano nell’oceano senza sponde di Internet fino a tarda sera, talvolta fino a notte. Possono avere con il clic di un secondo informazioni che una volta pretendevano ricerche di giorni, o di anni. Così è cambiato anche il concetto stesso di ricerca, che non è più costruzione di significati, ma acquisizione di dati, spesso inespressivi.

E’ sempre difficile, azzardato, incoerente, giudicare le faccende che riguardano la cultura  degli uomini con le categorie  del bene e del male.

Quando Theuth inventò la scrittura, il re Thamous disse che quelle lettere avrebbero prodotto solo dimenticanza. Così racconta Platone nel suo “Fedro”. Invece la scrittura diventò la più fedele ancella  della memoria.

Così noi non sappiamo se per le generazioni che ora crescono, se per quelle che verranno, gli strumenti dell’informatica saranno un bene o un male. Per ora i medici dicono che sono un male.   Un’indagine sugli stili di vita degli adolescenti condotta dalla Società italiana di pediatria su un campione di 1300 studenti di scuola media,  delinea una situazione ai confini con la patologia.  I ragazzi parlano di sesso sul web; danno il proprio numero di telefono ad amici virtuali. Ancora. Il rapporto nazionale Telefono Azzurro-Eurispes fornisce altri dati estremamente significativi.  Il 75% degli adolescenti intervistati usa Internet. Tra questi, il 71% naviga in rete da una a quattro ore al giorno. Il 96% usa la televisione, anche fino a quattro ore al giorno. Il Rapporto sostiene che l’uso della rete da parte di bambini e adolescenti “comporta rischi notevoli  di fronte ai quali è necessaria una opportuna azione di contrasto da parte delle forse dell’ordine affiancata da un’attività di informazione e comunicazione”. Io direi che prima delle forze dell’ordine risultano indispensabili le forze famigliari. Che spesso sono quasi inesistenti.

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