Manco p’a capa 93. Caldo che uccide

di Ferdinando Boero

Il riscaldamento globale ha conseguenze drammatiche sul mondo vivente. La grande barriera corallina australiana sta attraversando un periodo di crisi acuta, con stime del 50% di riduzione della vitalità dei coralli superficiali, più esposti alle ondate di calore. In Mediterraneo le ondate di calore degli ultimi 20 anni hanno causato estese morie di invertebrati che non sopportano temperature elevate. In compenso, sempre in Mediterraneo, più di mille specie tropicali si sono acclimatate alle nuove condizioni termiche, a volte sostituendo le specie indigene che non tollerano il caldo.

Queste cose ci “toccano” quando le vediamo in qualche documentario ma, finita la trasmissione, torniamo alla nostra vita quotidiana.

Il caldo è un nemico subdolo: non uccide, ma fa morire. Anche la nostra specie è soggetta al suo impatto. L’ondata di calore del 2003 ha causato migliaia di morti in Europa. Le stime parlano di 18.000 morti in Italia, 15.000 in Francia, 2.000 in Portogallo e molte centinaia in altri paesi europei, per un totale di quasi 40.000 morti. Le cifre derivano dal confronto del numero di morti negli anni “normali” rispetto a quelli dell’anno “caldo”. Gli anziani sono stati le vittime più frequenti.  Proprio gli anziani mostravano, all’epoca, una forte avversione per l’aria condizionata ma, dal 2003, la diffidenza verso i condizionatori è venuta meno. Anche le utilitarie, oramai, hanno l’aria condizionata. L’aria condizionata salva la vita, ma la otteniamo bruciando combustibili, emettendo anidride carbonica, la principale responsabile del riscaldamento globale. Raffreschiamo “dentro”, ma riscaldiamo “fuori”, innescando un circolo vizioso nel consumo dell’energia.

In India e in Pakistan, in questi giorni, si preannuncia un’ondata di calore che metterà a rischio il benessere di un miliardo di persone. https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/caldo-estremo-temperature-eccezionali-india-pakistan.html

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