Un inedito profilo autobiografico di Italo Calvino in una lettera dello scrittore al filosofo polacco Andrzej Nowicki

«E Calvino?», potrebbe chiedere il lettore. Andiamo subito al punto. Come conclusione del mio primo lavoro su I luoghi urbani avevo inserito la seguente citazione tratta proprio da un’opera di Italo Calvino, Le città invisibili (Einaudi, Torino 1972): «Detto questo, è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati». E Nowicki: «Le parole che chiudono il tuo libro sono ben scelte […]. Mi serviranno quando mi metterò a descrivere i miei “Incontri con le città”. Conservo con commozione le lettere ricevute molti anni fa da Italo Calvino» (lettera del 28 e 29 maggio ’96). Quest’ultima confidenza, tenuto conto della mia ammirazione per l’autore delle Lezioni americane, mi spinse ad una richiesta – lo riconosco – un po’ azzardata: potevo avere la fortuna di leggere in copia qualche sua lettera, sempre che – ovviamente – non ci fossero riferimenti troppo personali? La risposta giunse il 4 luglio: «In quanto a Calvino […], mi dispiace che ho trovato solo una lettera […], ma molto interessante; è una specie di autobiografia. Ti autorizzo ad utilizzarla come vuoi; puoi pubblicarla dove vuoi».

Questi, dunque, gli antecedenti. Ed ora, alla vigilia del nono anniversario della morte che cadrà il primo di dicembre, mi è sembrato opportuno renderla nota proprio sul “suo” giornale, a testimonianza di una “presenza” continua.

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Dr. Andrzej Nowicki Torino,                             15 dicembre 1949  

Stoleczna 14 m 66

W a r s z a w a

Caro Nowicki,

sono molto contento che i miei racconti ti siano piaciuti e che vengano tradotti in Polonia. Capisco benissimo i criteri con cui vuoi  condurre la scelta e le ragioni della critica che anch’io, in una certa  misura, sono pronto a condividere.

Eccoti qualche dato sulla mia vita e sulla mia formazione, come tu mi chiedi. Sono nato nel 1923. Il mio paese è Sanremo, stazione turistica della Riviera ligure, dove accanto alle ville e agli alberghi di gran lusso, i poveri vivono in decrepiti e sudici quartieri. I miei genitori sono scienziati ed hanno cercato di indirizzarmi verso i loro studi. Io non li ho seguiti ma a loro devo d’esser stato educato con mentalità libera e moderna ed esser sfuggito alla cappa ideologica e politica che gravava sulla gioventù italiana durante il fascismo. Avevo vent’anni quando i tedeschi hanno invaso il mio paese. Mi sono iscritto al Partito Comunista e ho partecipato alla lotta di Liberazione come Partigiano  combattente nelle Brigate Garibaldi sulle montagne della Liguria. È stato dopo la Liberazione che ho cominciato a dedicarmi alla narrativa. Mi sono stabilito a Torino, nella cui Università ho conseguito la laurea in Lettere. I racconti raccolti ora in volume erano stati in gran parte pubblicati sull’  “Unità” nelle edizioni di Torino, Milano, Genova e Roma. De “L’Unità” di Torino sono stato per oltre un anno redattore. Nel 1947 ho pubblicato Il sentiero dei nidi di ragno (Edizioni Einaudi) romanzo che si svolge durante la lotta di Liberazione; nel 1949 la raccolta di racconti Ultimo venne il corvo. Attualmente lavoro come redattore presso la grande Casa editrice progressiva Einaudi. Sono stato a Praga nel 1947 e a Budapest quest’estate, inviato speciale delle quattro edizioni dell’ “Unità”, ai due Festival della Gioventù. Al Congresso  dei Partigiani della Pace di Parigi dell’aprile scorso sono stato tra i delegati degli operai torinesi.

Sono a tua disposizione per qualsiasi chiarimento tu desideri per la traduzione e attendo da te notizie su come procede il lavoro.

Ti saluto con molta cordialità.

Italo Calvino

[“Presenza taurisanese” anno XXXVIII n. 11-12 / Nov.-Dic. 2020, p. 8]

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