Manco p’a capa 49. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: qualche spiraglio si è aperto

di Ferdinando Boero

In questo blog ho ripetuto fino alla noia che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non considerava due pilastri delle linee guida europee per la transizione ecologica: la biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi. Ho firmato appelli, ho collaborato alla task force Natura e Lavoro, capitanata da Luciana Castellina. Ad ogni analisi delle varie versioni del PNRR ho constatato l’assenza di ecologia in un piano di transizione ecologica. Ho parlato e interagito con due ministri del governo Conte (quello dell’Ambiente e quello della Ricerca), avanzando proposte. Ma il governo è caduto e si è ricominciato da capo. Nel frattempo ho iniziato a lavorare con la senatrice Virginia La Mura, della Commissione Ambiente del Senato. Virginia ha un dottorato in oceanografia ed è molto competente in materia ambientale. È stata lei a chiedermi di intervenire in due audizioni in Commissione. In una ho parlato come ricercatore di ecologia marina, nell’altra come vicepresidente dell’associazione ambientalista Marevivo, presieduta da Rosalba Giugni. Ho fatto presente l’assenza di una politica marina nel PNRR e la scarsa importanza data a biodiversità ed ecosistemi. Quando ho letto la prima versione del PNRR di Draghi mi sono cascate le braccia. Tutto quello che avevamo proposto mancava. Telefono a Virginia: abbiamo fallito! le dico. Lei risponde che avrebbe provato a inserire iniziative sul mare e su biodiversità ed ecosistemi. Mi manda il testo finale, e molte cose che mancavano ora sono presenti!

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