La lanterna di Diogene e la lampada di Aladino 12. L’identità negata. L’ibridazione linguistica nelle “poesie cantate del primo Modugno

di Giovanni Invitto

1. Il primo Modugno “siciliano” per forza di cose

Il 27 agosto 2005, all’interno della manifestazione “La notte della taranta”, che nasce dall’idea di riproporre antiche musiche salentine legate al fenomeno del tarantismo, Piero Pelù cantò una canzone di Domenico Modugno Amara terra mia, del 1971. Sicuramente voleva essere un omaggio al cantautore e un tentativo di ricoinvolgere la sua storia nella storia della terra pugliese e salentina. La prima strofa della canzone recita:

Sole alla valle e

sole alla collina…

Per le campagne

non c’è più nessuno;

addio, addio amore,

io vado via…

Amara terra mia,

amara e bella!.

Ma quale era l’amara e bella terra di Modugno?

È nota la sua biografia. Domenico Modugno nasce a Polignano a Mare, nel barese, nel 1928. Il padre viene trasferito nel 1935, quando il giovane Domenico aveva 7 anni, a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, nella subregione chiamata Salento. Secondo Maurizio Ternavasio, biografo del cantante, San Pietro Vernotico non fu mai accettato da Modugno come luogo per viverci. Tanto è vero che Modugno adulto e già ammalato, caduta la maschera siciliana, si presenterà per ricevere l’abbraccio dei suoi “concittadini” a Polignano, dove era conosciuto come Mimì, e non nella città salentina, dove, invece, era chiamato Mimmo, nomignolo che rimase anche durante i trionfi nazionali ed internazionali.

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