Athenaion. Tarantini, Messapi e altri nel santuario di Atena a Castro

La Mostra presenta i reperti più significativi portati alla luce negli scavi condotti, a partire dal 2000, in questa cittadina del Salento, affacciata sul mare in una posizione meravigliosa che permette di vedere stagliarsi sull’orizzonte d’Oriente i monti innevati di Albania e le isole davanti a Corfù che, nelle giornate di tramontana, si manifesta con la cima del suo monte più alto, il Pantocrator. Filo conduttore della Mostra sono i rapporti tra Taranto e il Santuario di Castro dove la città spartana, nel IV sec. a.C., nel periodo della sua massima fioritura, aveva stabilito un rapporto di alleanza con i capi dei Messapi, al fine di controllare la posizione strategica all’ingresso del Canale di Otranto e del mare Adriatico, oggetto di interesse anche da parte di Siracusa e dei dinasti di Epiro. Atena, dal suo santuario sull’acropoli che dominava il porto, permetteva che il contatto tra genti diverse si svolgesse in modo pacifico e la Mostra illustra questa rete di relazioni in un luogo sacro che diviene spazio di incontro e di creatività grazie alla presenza di artisti specialmente nel campo della scultura. Lo stile delle loro opere appare strettamente legato all’arte di Taranto, in un periodo in cui la città aveva assunto un ruolo centrale nel Mediterraneo anche per la presenza di scultori come Lisippo che aveva realizzato il colosso in bronzo di Zeus saettante, alto ben 17 metri. Nel momento in cui fu innalzata era questa la statua più alta al mondo. Solo dopo qualche decennio gli allievi dello stesso maestro realizzarono a Rodi il celebre Colosso, superando in altezza la scultura tarantina. Un’altra immagine in bronzo, l’Ercole seduto, alta 5 metri, fu realizzata a Taranto dall’officina di Lisippo e, all’ingresso del MaRTA se ne può ammirare la copia della testa. Questa tendenza al gigantismo degli artisti che operavano nella città bimare trova un riflesso anche nella statua di culto di Atena.

Se l’immagine possente della dea, armata di scudo e di lancia, rivela la capacità degli scultori di utilizzare al massimo le possibilità della “pietra leccese”, ancora più sorprendente risulta il grande fregio, lungo otto metri e alto un metro e 40 centimetri, appartenente ad una balaustra che doveva delimitare la parte più sacra del santuario. Rappresenta grandi girali di una lussureggiante vegetazione, con carnose foglie di acanto, volute, spighe colme di semi, grandi steli che si avvolgono intorno a figure umane ed animali, in un intreccio fantastico che anticipa di duemila anni il barocco, che, a Lecce, si esprimerà anch’esso attraverso l’uso del morbido calcare locale. Si tratta nei ritrovamenti di Castro di una novità assoluta di quella “maniera tarantina” che si manifesta nello stesso periodo nelle decorazioni dipinte dei grandi vasi a figure rosse restituiti dalle tombe monumentali a Taranto e in tutta la Puglia. Nella Mostra è presente una scelta significativa di parti dell’intera balaustra e, per la prima volta, la ricostruzione grafica dell’intero fregio che simboleggia la forza fecondante della Natura trionfante sul Male e sulla morte e il potere della grande dea Atena che, nel suo aspetto troiano, riassume i caratteri frugiferi delle antiche divinità femminili anatoliche. A Taranto spetta dunque il primato nella invenzione di un tema che avrà grande fortuna nella storia dell’arte ellenistico- romana, sino al nostro Rinascimento. L’Ara Pacis Augusti, fatta innalzare dall’Imperatore nel 9 a.C. nel cuore dell’Urbe, reca un celebre fregio di eleganti girali di acanto, abitati da animaletti come lucertole e serpenti e da uccelli come i cigni, che derivano, pur con varianti, da queste più antiche invenzioni tarantine.

La Mostra offre dunque a studiosi e visitatori una occasione imperdibile per apprezzare le novità emerse dal terreno a Castro, di confrontarle con i tesori dello stesso periodo conservati al MaRTA e anche di programmare una visita in questo affascinante sito posto all’estremità della penisola salentina.

[“La Repubblica – Bari” del 13 gennaio 2023]

BOX: Athenaion. Tarantini, Messapi e altri nel santuario di Atena a Castro

A cura di Francesco D’Andria ed Eva Degl’Innocenti

Progetto scientifico di

Francesco D’Andria, Eva Degl’Innocenti, Maria Piera Caggia, Tommaso Ismaelli, Lorenzo Mancini

Enti promotori:

Museo Archeologico Nazionale di Taranto. MaRTA

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce

Comune di Castro

MAR di Castro-Museo Archeologico “Antonio Lazzari”

Consiglio Nazionale delle Ricerche- Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale

Università del Salento

Associazione Rotta di Enea. Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.

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