Biblioteche a Galatina: no grazie!

Quali sono, dunque, i problemi che Chilovi andava ponendo nella seconda metà del XIX secolo? La formazione professionale del bibliotecario, che ha “un ruolo centrale nei processi di mediazione e di comunicazione che si svolgono nella biblioteca” (p. 7), la necessità di costruire un sistema interbibliotecario “più efficace per garantire la massima circolazione dell’informazione” (p. 11) – di qui l’importanza del Bollettino delle pubblicazioni italiane -, la scarsa o nulla autonomia del bibliotecario rispetto all’amministrazione burocratica dello Stato che ne blocca l’opera, la cronica eterna mancanza di risorse da destinare alle biblioteche – mentre per qualunque minchioneria, com’ebbe a dire il Manzoni, non mancano mai danari -, questi e altri problemi poneva Chilovi tanto tempo fa da una postazione privilegiata com’era quella di direttore della Marucelliana prima (1879-1885) e della Nazionale di Firenze poi (dal 1885 per circa vent’anni). Ne è una testimonianza  lo scritto dello stesso Chilovi dal titolo Il governo e le biblioteche (1867) citato da Giovanna Granata (Temi e dibattiti della biblioteconomia italiana nella seconda metà dell’Ottocento pp. 25-44), dove tra gli altri temi Chilovi affronta quello del rapporto tra scuola e biblioteca, così riassunto da Granata: “la biblioteca è… un’istituzione pienamente collocata all’interno del più complesso sistema dell’istruzione; essa integra e completa quelli che sono i compiti della scuola in tutte le sue articolazioni e gradi, dai più bassi ai più elevati” (p. 30). Parole sante e foriere d’una modernità magnifica e progressiva, se non fossero rimaste lettera morta per i decenni seguenti, fino ad oggi. La responsabilità di questa mancanza, come afferma Patrizia Ferrara (I luoghi istituzionali della cultura dell’Italia unita e l’identità nazionale: politiche a confronto pp. 83-121) non può che essere attribuita alla classe dirigente liberale dell’epoca che, “compiendo un grande errore di valutazione storica e politica e dimostrando un grosso limite culturale, subito dopo l’unità, aveva preso … in considerazione l’aspetto eminentemente conservativo e museale delle biblioteche” (p. 103), errore che continua a perpetuarsi nel disinteresse generale dell’opinione pubblica, distratta da più attraenti spettacoli di nani e ballerine.

Sorvolerò sui pur interessanti interventi di Paolo Traniello, di Simonetta Buttò, Alberto Petrucciani, Gian Maria Varanini, Arnaldo Ganda, Piera Graifenberg, Giovanni Delama, Vittorio Carrara, Stefano Piffer, per fermarmi sullo scritto di Luigi Blanco, – firmatario, insieme a Gianna Del Bono, anche dell’Introduzione –, dal titolo Le Biblioteche in aula: dibattiti parlamentari e scelte politiche (pp. 59-82), non tanto e non solo per la vicinanza amicale, quanto perché ci offre qualche prova in più circa il su citato “grande errore di valutazione storica e politica” della classe dirigente liberale sulla questione delle biblioteche.

Blanco, dunque, è andato a sfogliare con grande pazienza i volumi contenenti “i dibattiti parlamentari che hanno affrontato nel corso dell’età liberale il tema delle biblioteche nelle sue molteplici problematiche” (p. 61) ed ha scoperto due cose: 1: “la marginalità della questione bibliotecaria nei lavori del parlamento” (p. 62) “(che ahimé! arriva fino ai nostri giorni)”; 2: “l’assenza di grandi dibattiti sulle biblioteche….. Costretto nelle pieghe del bilancio della pubblica istruzione il tema delle biblioteche diventa sempre più minuto e frammentato, circoscritto a questioni di dettaglio…” (p. 63). Insomma, per dirla in modo brutale, alla classe politica italiana dell’epoca liberale – ma, sì è detto, la cosa dura fino ai nostri giorni – delle biblioteche non è mai importato un bel niente, tanto è vero che ancora oggi manca una legge organica sulle biblioteche (p. 80).

Il discorso, certamente, rientra nel più generale problema della scarsa attenzione di chi governa per i problemi dell’istruzione e della ricerca. Lo si vede bene in questi mesi, nei quali scuola e università, pur molto bisognose di riforme, sono fatte oggetto di tagli indiscriminati, che colpiscono ricercatori, studenti e studiosi. Ma lo si vede anche a livello politico comunale, dove non esiste, non è mai esistita, una politica bibliotecaria all’altezza dei tempi. Penso, per fare un esempio, alle migliaia di libri custoditi negli armadi dell’Istituto Tecnico Commerciale e per il Turismo “Michele Laporta” o della Scuola d’Arte “Gioacchino Toma”, di cui nessuno sa nulla perché nessuno ha fatto nulla per valorizzare quelle biblioteche; alla Biblioteca del “Colonna”, nella quale l’ultimo libro catalogato risale al 21 luglio 2006, secondo quanto è scritto nell’home page del catalogo online consultabile al sito www.bibliowin.it/liceocolonna alla voce “statistiche” (e dopo questa data, che cosa è successo?); penso alla scarsezza delle risorse destinate a tutte le morenti biblioteche scolastiche del nostro territorio, alla Biblioteca “Pietro Siciliani”, alla Biblioteca della “Casa di Dante”, che – sono convinto – il proprietario volentieri metterebbe a disposizione di tutti se ci fosse un concreto interessamento pubblico; penso al mancato coordinamento e alla mancata valorizzazione di queste realtà potenzialmente ricchissime, se unite in sistema, e alla conseguente impossibilità dei nostri figli di poter studiare in una terra dove non c’è mai stato un politico che capisse che cosa significa mettere a disposizione dei cittadini una vera biblioteca. Il problema è che non si intravede all’orizzonte neppure un politico che si lasci consigliare! Ma questa, ahimé, è una storia antica…

[ Biblioteche a Galatina: no grazie! (recensione a Il sapere della nazione. Desiderio Chilovi e le biblioteche pubbliche del XIX secolo, a cura di Luigi Blanco e Gianna Del Bono, Trento, Sovrintendenza per i beni librari e archivistici della provincia autonoma di Trento, 2007), “Il Galatino” di venerdì 24 aprile 2009, p. 3. ]

Questa voce è stata pubblicata in Bibliofilia, Recensione e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *