Sulla donazione di opere di Nello Sisinni al Comune di Cavallino di Lecce

di Antonio Lucio Giannone


 Ritratto del violoncellista Rostropovic, olio su tela, cm. 54 X 72, Accademia di Santa Cecilia, Roma, 1998.

Tra il Comune di Cavallino di Lecce e Nello Sisinni esiste ormai un rapporto consolidato nel tempo, culminato con una grande mostra antologica dell’artista salentino allestita nel maggio del 2015, nella splendida cornice della Galleria del Palazzo Ducale,  grazie anche alla consueta disponibilità dimostrata dall’on. Gaetano Gorgoni verso le manifestazioni artistiche e culturali. In quella occasione vennero esposte circa ottanta opere, tra dipinti, disegni e terrecotte, realizzate tra il 1964 e il 2015, che documentavano mezzo secolo di attività. Nell’Introduzione al catalogo della mostra abbiamo cercato di indicare le caratteristiche di fondo della personalità e dell’arte di Sisinni che si possono così riassumere: la tendenza ad andare oltre le apparenze della realtà per cogliere l’essenza degli oggetti rappresentati; l’assoluta libertà creativa, non condizionata da tendenze alla moda né da considerazioni di carattere commerciale;  il costante studio della tradizione figurativa e plastica, dall’antichità greca e romana fino alle correnti più innovative dell’arte moderna;  il fecondo contatto con uomini e ambienti ricchi di cultura che ha alimentato la sua arte; la straordinaria vitalità creativa.

A questo scritto  si rimanda quindi per una conoscenza più approfondita della produzione artistica di Sisinni. In questa sede ci tocca invece soffermarci sulle opere da lui donate al Comune di Cavallino nel corso di questi ultimi anni, che sono documentate nel presente catalogo. La donazione più antica è costituita da cinquanta disegni ispirati a opere pittoriche e plastiche collocate nella Chiesa seicentesca di San Domenico di Tricase. Si tratta, esattamente, di  ventitré fogli risalenti al 1985 in inchiostro di seppia, e di ventisette, del 1988, a matita acquerellati, che raffigurano santi, madonne, angeli, puttini, vale a dire il consueto repertorio iconografico dell’arte  barocca salentina presente in tutte le chiese del territorio. Essi fanno parte della sterminata produzione di  disegni realizzati da Sisinni, nel corso della sua attività,  in varie città italiane ed europee, durante la visita a musei, gallerie, pinacoteche o a monumenti e siti archeologici, nei quali egli ha sempre cercato  di ‘ricreare’ opere d’arte del passato (dipinti, statue, architetture) quasi per carpirne i segreti. In Sisinni c’è infatti una tendenza insopprimibile ad afferrare coi suoi ‘segni’ qualsiasi aspetto della realtà (umana, naturale, artistica) per cercare di farlo proprio, di attribuirgli un senso specifico, quasi alla ricerca di una loro nascosta verità. E anche in questi disegni egli tende ad andare oltre la superficie delle immagini, nel tentativo di coglierne la struttura profonda, l’anima segreta.

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