Zibaldone galatinese (Pensieri all’alba) XXXIX

di Gianluca Virgilio

Filo. Sta cosa nu me piace filu. Traduzione: Questa cosa non mi piace per niente, dove filu (filo) significa niente. Leopardi, Zibaldone 2311-2312 (Edizione Damiani, pp. 1498-1499), ci spiega che “noi diciamo filo per nulla, il che potrebbe derivare non da filum, ma da hilum, mutato l’h in f, come viceversa gli spagnoli, onde appunto per filum dicono hilo. E ricordati di quanto ho detto circa l’antica proprietà della f, cioè di essere aspirazione… (30. Dic. 1821.).”. In precedenza Leopardi aveva spiegato che “par dunque probabilissimo che l’antico e quasi ignoto hilum volesse dir materia, e fosse tutt’una radice con ὕλη e silva adoperata per essa in senso di materia” e che da hilum abbiamo nihil e nil”.

Il nulla, la materia, la selva: quante cose evochiamo quando diciamo: “Nu me piace filu!”.

***

Avviso ai risparmiatori. Fabio Mini, Ultima o penultima spiaggia?, in “Limes” 3/2021, pp. 102-103, dopo aver considerato che “l’Italia è un paese ad alto tasso di risparmio privato”, che costituisce un vero “tesoro”, afferma: “… nel momento in cui si depositano in banca, i soldi non appartengono più al risparmiatore e non sono nemmeno soldi. Le banche li trasformano (loro dicono “investono” in pezzi di carta derivati di altri pezzi di carta il cui valore diventa fittizio e supera di molto l’intero ammontare del denaro circolante. La prova della “bolla” sta nel considerare l’opzione di ritirare i soldi depositati. Se lo facessero contemporaneamente tutti o anche solo la metà dei risparmiatori le banche chiuderebbero. Non fallirebbero grazie ai regali di Stato, ma farebbero pagare le perdite ai risparmiatori stessi. Il tesoro, di fatto, non esiste. E ben lo sa chi passa il tempo a decantarlo e trovare soluzioni per convertirlo in altri pezzi di carta.”

Insomma, viviamo in una bolla di denaro che da un momento all’altro potrebbe esplodere. Se esplodesse, i risparmiatori si ritroverebbero con un pugno di mosche in mano. Ecco perché il fine ultimo di tutti coloro che si occupano di denaro (economisti, finanzieri, speculatori, politici, ecc.) è quello di impedire che la “bolla” scoppi e che il denaro svanisca nel nulla. Si sa che una bolla di sapone scoppia quando entra in contatto con un oggetto. Bisognerebbe chiedersi: quale sarà l’oggetto che farà esplodere la bolla di denaro? Coloro che “decantano” il tesoro dei risparmiatori somigliano molto ai bambini felici che seguono il volo della bolla di sapone, soffiando perché essa rimanga in aria, prima di sperimentare con triste meraviglia il sapore amaro della delusione quando essa improvvisamente scoppia.

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