Manco p’a capa 81. Il Covid e l’Africa (con una giunta sulla transizione ecologica)

di Ferdinando Boero

Ho letto con stupore un fondo di Federico Rampini sul Corriere della Sera (https://www.corriere.it/editoriali/22_gennaio_06/strage-mai-avvenuta-f95ac496-6f0c-11ec-97e0-94289cfbf176.shtml). Provo a sintetizzarlo: in Africa ci sono pochi morti per Covid 19 anche se le campagne vaccinali sono praticamente inesistenti. Questo è un dato di fatto. Per Rampini questo va contro ogni previsione: se le campagne vaccinali sono inesistenti ci dovrebbero essere tanti morti. Come mai questa facile previsione non si è avverata? La spiegazione di Rampini è che in Africa ci sono tantissimi giovani perché lì la natalità è molto alta mentre, si sa, in Europa abbiamo smesso di figliare come conigli (per usare una frase di Francesco https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/19/bergoglio-si-paternita-responsabile-i-cattolici-non-si-riproducano-come-conigli/1353183/). Modestamente, anche se non l’ho scritto da nessuna parte, mi aspettavo che il Covid non avrebbe avuto grandi effetti in Africa, ma per motivi opposti a quelli invocati da Rampini. L’aspettativa di vita in Africa varia dai 78 anni dell’Algeria ai 53 del Lesotho (https://www.indexmundi.com/map/?v=30&r=af&l=it), mentre in Europa va dagli 89 anni di Monaco ai 72 della Moldavia. In Italia è di 83 anni. Se in Africa si vive una vita breve è ovvio che ci siano pochi anziani: si muore prima di diventare anziani. E questo fa sì che l’età media sia molto bassa.

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