Sigismondo Castromediano: il patriota, lo scrittore, il promotore di cultura. Atti del Convegno Nazionale di Studi (Cavallino di Lecce, 30 novembre – 1 dicembre 2012)

di Irene Pagliara

Il volume, che raccoglie gli Atti del Convegno nazionale di studi promosso e organizzato nel 2012 dall’Amministrazione comunale di Cavallino e dal Centro studi «Sigismondo Castromediano e Gino Rizzo» cogliendo l’occasione offerta dalla ricorrenza, nel 2011, del bicentenario della nascita di Sigismondo Castromediano (20 gennaio 1811-26 agosto 1895) insieme al centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, si propone di approfondire la figura poliedrica e complessa di Sigismondo Castromediano, per troppo tempo relegata nel ristretto ambito provinciale, collocandola in una dimensione nazionale e analizzandola in tutti i suoi aspetti. Pertanto, gli interventi in cui si articola il volume possono essere ricondotti lungo delle direttrici fondamentali per comprendere la personalità del «Bianco Duca», riguardanti l’esperienza della reclusione nelle galere borboniche e l’attività politica, l’attività letteraria e infine quella legata alla promozione culturale del proprio territorio.

Nella sua relazione, Ermanno Paccagnini realizza quello che, mutuando il gergo cinematografico, può essere definito un campo lungo del genere memorialistico ottocentesco nel quale si colloca l’opera di Castromediano, tracciandone un quadro completo ed esaustivo, in cui le peculiarità dei singoli autori appaiono ben definite, ma sempre collocate in una prospettiva generale e problematica. Proprio partendo dall’eccezionale proliferazione, nel diciannovesimo secolo, di memorie estremamente eterogenee per scopi, contenuti, lingua e stile adottati, Paccagnini, che pur ribadisce l’impossibilità di definire univocamente i confini della prosa memorialistica, individua diversi aspetti problematici attorno a cui articolare la sua analisi. In tal modo si ripercorrono le opere dei principali esponenti della memorialistica risorgimentale alla luce di una molteplicità di problemi, a partire da quello cronologico, per cui si propone una suddivisione in quattro macromomenti (moti del 1821 e 1831; 1848; 1859-1861; le code del 1866, 1867 e 1870), passando per la divaricazione tra l’esperienza vissuta e quella rivisitata, attraverso la differenza tra una scrittura privata che diventa  pubblica e una stesa appositamente per essere pubblica, con scopi che possono spaziare dalla volontà di offrire una lezione ai posteri alla necessità di un’apologia del proprio operato, per approdare alle variazioni più strettamente legate alla tematica (memorie di lotta, carcerarie o d’esilio) e alle modalità stilistiche e infine proporre l’interessante questione dell’intreccio tra diverse memorie.

Questa voce è stata pubblicata in Letteratura, Recensione e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *