Libri & Libri

Alessio Stefàno, “Santa Maria della Campana” di Casarano. Il santuario, la festa, il culto, Galatina, Editrice Salentina 2021, pp. 142. Il libro occupa il numero 16 della collana I “Quaderni di Kèfalas e Acindino”, fondata e diretta da Luigi Marrella. Il volume tratta della chiesa di Santa Maria della Campana a Casarano e ha carattere scientifico mentre coglie tutti gli aspetti della fabbrica, della storia, del culto, della festa in un’ottica socio-antropologica. E’ un lavoro sollecitato dalla tesi di laurea dell’autore, “Antropologia dei processi culturali e comunicativi”, con relatore il prof. Eugenio Imbriani dell’Università del Salento, che firma la Premessa. Ben inserita in una trattazione di base, la materia si allarga ad altri luoghi di culto mariano dei paesi vicini, in specifico alle chiese della Madonna della Coltura a Parabita, della Madonna dell’Alto a Felline e della Madonna del Casale ad Ugento. Ricca ma selezionata la bibliografia di riferimento. L’Appendice, a cura di Luigi Marrella, propone una raccolta di inni e canti religiosi, dedicati alla Madonna della Campana, composti uno all’anno e musicati; e una novella della scrittrice casaranese Adele Lupo (1851-1927), avente per tema una vicenda ambientata nella Casarano degli inizi del Novecento, in cui, fra l’altro, vi è la descrizione della festa con tutte le sue rappresentazioni, civili e religiose, che offrono conoscenze importanti per la storia della festività della Madonna della Campana e per il costume locale dell’epoca.

Ercole Morciano, Il vescovo Ruotolo e il Villaggio del Fanciullo “S. Maria di Leuca”. Tra cronaca e storia di un’opera di misericordia dal 1946 al 1968, Monopoli, Edizioni Viverein, 2021, pp. 231. E’ il numero 10 della collana “Theologica Uxentina” della diocesi Ugento-S. Maria di Leuca. Nello spirito dell’interventismo assistenziale e misericordioso della chiesa, il Vescovo di Ugento promosse e realizzò nel dopoguerra il Villaggio del Fanciullo “S. Maria di Leuca”. Per l’importante impresa Mons. Ruotolo si avvalse del sostegno di don Luigi Sturzo, che, da Presidente del Comitato Permanente per il Mezzogiorno, aveva molta influenza sugli enti preposti alla ricostruzione, fra cui l’U.N.R.R.A. e il C.A.S.A.S.. Il Vescovo aveva conosciuto don Sturzo tramite il deputato democristiano di Galatina On. Beniamino De Maria. L’autore del libro, non nuovo alla ricerca archivistica, offre non solo un’importante contestualizzazione, utile per conoscere lo sfondo socio-economico del Basso Salento, ma anche un ampio profilo biografico di Mons. Ruotolo. Lo studio si arricchisce dell’epistolario fra il vescovo di Ugento e don Luigi Sturzo e di un’ampia documentazione fotografica. Un altro pezzo di storia si aggiunge ai tanti altri nel rapporto fra chiesa e società, autorità religiose ed autorità politiche. La chiesa, che aveva appoggiato il fascismo, cogliendone gli aspetti buoni, secondo la formula dettata da Pio XI “bona mixta malis”, continuò, in tutt’altre atmosfere, col potere politico ormai nelle salde mani della Democrazia Cristiana. 

Antonio Giuseppe Lupo, Pietro Cavoti: I taccuini, le pagine di cronaca del tempo, Galatina, Museo Pietro Cavoti, cahier 1, Liber media, s.d., pp. 50. Il libretto contiene notizie sul Museo “Pietro Cavoti” di Galatina, su Pietro Cavoti e sui suoi “Taccuini”. Manca una scheda biografica definita del Cavoti (1819-1890). Per la sua conoscenza si rimanda al profilo biografico di Cosimo De Giorgi del 1913 e ad altri successivi studiosi. Salvatore Luperto, direttore artistico del Museo, scrive: “In linea con gli obiettivi dell’eclettico studioso, Antonio Lupo, in questo suo esaustivo saggio […] mette in luce la figura di un intellettuale con molteplici attività e inclinazioni che non ha seguito un definito e preciso obiettivo o un determinato sistema ma unicamente quei principi fondamentali per la difesa e la tutela dei beni culturali teorici e concreti”. Un operatore culturale, diremmo noi oggi, a tutto tondo, a difesa e alla valorizzazione del patrimonio artistico e archeologico. Testimonianza di questo suo diuturno lavoro, che accompagnava la sua attività di docente e di creativo, sono i suoi “Taccuini”, due dei quali sono esaminati dal Lupo. A rendere meno conoscibile e attingibile questo intellettuale ha contribuito la sua ritrosia a pubblicare. “Finché i pensieri della nostra mente stanno rinchiusi qui nella cassa del cranio – si legge in un passaggio di un dialogo – possiamo plasmarli a nostro piacere perché ne siamo i padroni assoluti[…] se lasciamo che passino sotto il torchio di Gutemberg…allora non vi è più rimedio. O buoni o cattivi. Dobbiamo subirne le conseguenze”. Un uomo, dunque, dai molti interessi e dai molti dubbi. Questo libretto di Antonio Lupo è un approccio alla sua poliedrica figura di intellettuale militante e alla sua opera di artista e di testimone del suo tempo.          

[“Presenza taurisanese” anno XXXIX – n. 11-12, nov-dic 2021, p. 10]

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